Biografia
Maria Montessori nasce a Chiaravalle, nelle Marche, il 31 agosto 1870, in una famiglia borghese. Figlia di Alessandro Montessori, contabile statale, e Renilde Stoppani, nipote del famoso geologo e abate Antonio Stoppani. Cresce in un ambiente colto che valorizza l’educazione e il progresso sociale. La sua famiglia si trasferisce presto a Roma, dove Maria trascorre gran parte della sua giovinezza.

Infanzia
Durante l’infanzia, Maria dimostra fin da subito caratteristiche non convenzionali per le bambine dell’epoca. È curiosa, determinata e manifesta un forte interesse per le materie scientifiche. I genitori, pur mantenendo aspettative tradizionali, sostengono le sue ambizioni intellettuali. Frequenta la scuola elementare e successivamente quella tecnica, distinguendosi per il rendimento scolastico e la passione per la matematica e le scienze naturali.
Istruzione
Nel 1886 si iscrive alla Regia Scuola Tecnica Michelangelo Buonarroti di Roma, dove studia matematica, scienze naturali e lingue moderne. Successivamente frequenta l’Istituto Tecnico Leonardo da Vinci. Nel 1890, contro le convenzioni sociali dell’epoca, decide di iscriversi alla Facoltà di Medicina dell’Università La Sapienza di Roma, diventando una delle prime donne italiane a intraprendere studi medici. Si laurea nel 1896 con una tesi in psichiatria.
Percorso lavorativo
Dopo la laurea, inizia a lavorare come assistente presso la clinica psichiatrica dell’università, occupandosi di bambini con difficoltà mentali. Nel 1898 diventa direttrice della Scuola Magistrale Ortofrenica di Roma. Nel 1907 apre la prima “Casa dei Bambini” nel quartiere popolare di San Lorenzo, dove sviluppa il suo rivoluzionario metodo educativo. Il successo dell’esperimento la porta a diffondere il suo approccio in tutto il mondo attraverso conferenze e corsi di formazione.
Vita privata
Nel 1898 ha una relazione con Giuseppe Montesano, collega psichiatra, da cui nasce il figlio Mario nel 1901. A causa delle convenzioni sociali, non può sposarsi e il bambino viene cresciuto in campagna. Solo più tardi Mario raggiungerà la madre e diventerà suo collaboratore. Maria non si sposa mai, dedicando interamente la sua vita al lavoro e alla diffusione del suo metodo educativo in tutto il mondo.
Il periodo del fascismo
Durante il regime fascista, inizialmente il governo appoggia il metodo Montessori vedendolo come un’innovazione italiana da esportare. Tuttavia, i contrasti ideologici diventano presto evidenti: Maria si oppone all’indottrinamento dei bambini e all’educazione militaresca promossa dal fascismo. Nel 1934 lascia l’Italia e si trasferisce prima in Spagna, poi in Olanda e infine in India, dove trascorre gli anni della Seconda Guerra Mondiale sviluppando ulteriormente le sue teorie.

Pensiero pedagogico
Il metodo Montessori si basa sul rispetto del bambino come individuo capace di autodirigere il proprio apprendimento. I principi fondamentali includono: l’ambiente preparato con materiali specifici, l’educatore come guida discreta, l’importanza dei periodi sensitivi nello sviluppo, la libertà di scelta e movimento, e l’educazione sensoriale. Maria crede che ogni bambino possieda un potenziale innato che deve essere liberato attraverso un ambiente stimolante e rispettoso dei suoi tempi naturali di sviluppo.
I libri e le opere di Maria Montessori
Tra le opere principali si ricordano “Il Metodo della Pedagogia Scientifica” (1909), il primo testo che illustra il suo approccio educativo. “L’autoeducazione nelle scuole elementari” (1916) approfondisce l’applicazione del metodo. “Il bambino in famiglia” (1936) estende i principi all’educazione domestica. “La mente del bambino” (1949) è considerato il suo capolavoro teorico. “Educazione per un mondo nuovo” (1946) riflette sulla necessità di un’educazione alla pace. Le sue opere sono tradotte in numerose lingue e continuano a influenzare l’educazione mondiale.
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